“Nello stato di trance puoi lasciare che la tua mente inconscia passi in rassegna il vasto deposito di cose che hai appreso, nel corso della tua vita. Ci sono molte cose che hai imparato senza saperlo. E molte delle conoscenze che ritenevi importanti a livello conscio sono scivolate nella tua mente inconscia”
Milton H. Erickson
Prima delle vacanze estive Emanuela, nella sezione “dedicato a voi”, mi chiedeva di approfondire le differenze tra gli approcci ipnotici classici e quelli Ericksoniani, quindi eccoci a parlare di questo argomento e della straordinaria figura di Milton Erickson.
Partiamo da un’idea base dell’ipnosi classica, ovvero il fatto che mirava a modificare direttamente un sintomo attraverso comandi post ipnotici diretti del tipo “e quando ti risveglierai il tuo sintomo scomparirà”. Questo bloccava effettivamente il sintomo nei soggetti più suscettibili, come le isteriche di Freud, ma i risultati erano tutt’altro che costanti. Anzi dopo breve tempo il sintomo ricompariva. Questo va da sé con la visione dell’ipnosi che avevano, ad esempio, Freud e Charcot i quali consideravano questo stato come una forma di sonno in cui era possibile influire direttamente sull’inconscio del paziente. Oggi noi sappiamo che “all’inconscio non si comanda” perché l’ipnosi non é una forma di condizionamento mentale ma bensì uno stato di coscienza naturale differente dal normale stato di veglia che viene normalmente utilizzato dal cervello per recuperare energie, elaborare informazioni a livello profondo ed operare azioni automatiche. Questa fu la prima grande scoperta di Milton Erickson, ovvero che l’ipnosi non é uno stato “alterato” di coscienza, come quello indotto dalle sostanze stupefacenti, ma bensì uno stato di coscienza naturale e fisiologico. Idea confermata dagli studi sul cervello di Ernest Rossi (1993).
Per fare alcuni esempi: quando guidate l’automobile il cervello necessità di sviluppare un leggero stato di trance perché deve svolgere due azioni contemporaneamente: guidare e parlare o ascoltare la musica. Siccome l’attenzione umana é selettiva, cioè seleziona uno stimolo alla volta, é in grado di svolgere un compito alla volta a meno che una prima azione, iniziata volontariamente, non proceda in automatico. Per utilizzare il processo automatico il cervello ha bisogno di sviluppare una dissociazione ipnotica e quindi un leggero stato di trance in modo del tutto naturale.
Sulla base di questa scoperta Erickson sviluppò una teoria ed un modo di fare terapia in cui utilizzava l’ipnosi per mettersi contatto con quella parte della persona, che lui definiva inconscia o profonda, che poteva avere accesso sia al problema che alle potenzialità, o risorse individuali, per risolverlo. Erickson quindi mirava a risolvere il problema non tanto rimuovendolo, cosa che si era tra l’altro verificata impossibile, ma elaborandolo grazie all’utilizzo di una parte della mente della persona in grado di attivare abilità creative.
Sempre procedendo su questa linea Erickson, come Clark Hull, suo docente all’Università, vedeva l’ipnosi come un modo diverso e più efficace di comunicare con il paziente che, nello stato di trance, risulta più ricettivo ed agevolato nel trovare soluzioni creative al problema stesso. Erickson, inoltre, aveva scoperto che era molto più efficace intervenire sulla persona in modo indiretto, piuttosto che con suggestioni dirette come faceva l’ipnosi tradizionale. Da questa idea nascono alcune tipiche tecniche Ericksoniane come la metafora e la dissemina.
Con la tecnica della metafora Erickson traduceva il problema del paziente in un immagine o una storia, all’interno della quale inseriva altre immagini volte ad attivare e sviluppare le risorse per affrontarlo. La tecnica della dissemina consiste invece nell’inserire sia all’interno delle metafore che all’interno del dialogo con il paziente idee e concetti utili allo sviluppo delle risorse ed alla soluzione del problema. Per capire meglio di cosa stiamo parlando farò qualche esempio in cui metterò a confronto suggestioni dirette tipiche dell’ipnosi classica con interventi più tipicamente Ericksoniani: Ipotizziamo, ad esempio, di voler utilizzare l’ipnosi per far smettere di fumare una persona. Un ipnotista tradizionale cercherebbe di associare al fumo di sigaretta il senso di nausea di modo che la persona provi disgusto nel portarla alle labbra. Un terapeuta Ericksoniano invece inviterebbe la persona ad immaginare di essere all’aperto e di respirare l’aria pulita e fresca della montagna suscitando sensazioni di sicurezza e calma contrapposte all’immagine negativa dello smog di una grande città che intossica i polmoni.
Se invece lo scopo é quello di lavorare sull’intestino irritabile l’ipnotista classico potrebbe suggerire in modo diretto di provare sensazioni di distensione e rilassamento all’interno del colon, mentre l’ipnologo Ericksoniano potrebbe chiedere di immaginare il colon come un fiume che scorre tranquillo in cui i canali laterali fanno fluire l’acqua in eccesso evitando le piene. Grazie all’ipnosi Ericksoniana é anche possibile far rivivere situazioni del passato in cui la persona si é trovata in difficoltà con nuove risorse di modo da superare nodi importanti ed elaborare eventi traumatici. Anche qui c’é una sostanziale differenza tra l’ipnosi classica e gli approcci Ericksoniani. Mentre la prima infatti cercava di modificare questi eventi suggerendo direttamente alla persona cosa fare, Erickson faceva sì che fosse l’individuo a mettere in campo risorse personali, sviluppate attraverso la terapia o non presenti all’epoca in cui erano successe le situazioni problematiche, con lo scopo di dare un nuovo significato a quelle esperienze.
Questa breve spiegazione non vuole essere una descrizione dettagliata né tanto meno esaurire un argomento che in realtà é notevolmente più complesso ed articolato. Nonostante ciò spero di aver risposto in modo semplice ad Emanuela e a tutti coloro che nutrono curiosità rispetto alle varie forme di ipnosi.
Invito chi volesse maggiori informazioni sull’ipnosi a visitare la pagina Psicoterapia e Ipnoterapia
Dott. Fabio Varotto
Salve Dott. Varotto,
ho consultato diversi siti per avere maggiori informazioni riguardo all’ipnosi, perchè vorrei risolvere un problema che da anni mi perseguita e che, attraverso altre forme di terapia non sono riuscita a superare. Brevemente, il mio lavoro mi costringe a parlare spesso in pubblico ed ogni volta è una sofferenza…inizialmente la paura arrivava poco prima di dover fare una conferenza, ora questa paura mi accompagna prima, durante e dopo, in pratica sono concentrata sull’ansia che avverto e non su ciò che dovrei dire! Questo limita enormemente le mie “performances”. L’ipnosi potrebbe essermi aiuto? la ringrazio anticipatamente.
Buonasera Valeria, casi come il suo sono stati studiati molto diffusamente e quindi le posso dire che l’ipnosi ha percentuali di successo molto elevate sia in letteratura che per quanto riguarda la mia esperienza clinica.
Questo accade perché l’ipnosi Ericksoniana aiuta le persone a limitare l’ansia ed a sviluppare le risorse e le potenzialità utili ad affrontare le situazioni di difficoltà come potrebbe essere affrontare una platea durante una conferenza.
Se ha bisogno di chiedermi qualcosa di più specifico che la riguarda personalmente mi può scrivere all’indirizzo mail fabio@modellidicambiamento.it .
Dott. Fabio Varotto
Salve Valeria e Dott. Varotto,
desidero commentare questo post poichè ho avuto esperienza diretta con il Dott. Varotto che mi ha seguito attraverso con la terapia ipnotica per risolvere un problema simile al suo… ma, se mi permetto, forse più invalidante (perlomeno dal mio punto di vista). In breve faticavo a discutere anche con amici e conoscenti, seguivano tachicardie e sudorazioni a seguito di qualsivoglia conversazione, percui ho sofferto molto, ma grazie alla terapia fatta con il Dott. Varotto, in breve tempo sono riuscito a risolvere, questo che per me, più che un problema, era un incubo! Spero che questo mio intervento possa esserle utile!
Dott. Varotto, colgo l’occasione per salutarla caramente e farle i complimenti per il suo blog e il sito dello Studio, in continuo miglioramento!!!
Saluti,
Alessio
Ciao Alessio, che piacere sentirti. In effetti come puoi vedere lo studio é sempre in movimento e di conseguenza in cambiamento. Mi fa piacere che tutto proceda bene. Tienimi aggiornato via mail mi raccomando.
Buongiorno Dott. Varotto,
vorrei porle una domanda “tecnica”: quando il paziente raggiunge lo stato di trance è cosciente oppure è del tutto incosciente? Inoltre, ciò che viene detto viene poi ricordato oppure avviene il contrario?
Buongiorno Arianna, durante gli stati di trance una parte del cervello viene sempre mantenuta cosciente e ciò è dimostrato anche dagli studi di psicofisiologia che hanno utilizzato la risonanza magnetica per studiare quali aree del cervello sono attive durante l’ipnosi. Secondo questi studi la parte cosciente, ovvero l’emisfero sinistro mantiene sempre un certo grado di attvità. La differenza rispetto allo stato di veglia sta nel fatto che la persona è molto più focalizzata su contenuti interni che su stimoli che arrivano dall’esterno. Per quanto riguarda l’amnesia di alcuni contenuti emersi in ipnosi dipende molto dal livello di profondità della trance. Diciamo che, in generale, durante l’ipnosi terapeutica si utilizzano stati medio/profondi alla fine dei quali c’è un ricordo quasi completo di ciò che è accaduto. Se volesse approfondire può visitare anche questa pagina del blog http://www.modellidicambiamento.com/fabio-varotto/ipnosi-a-mantova/
Se volesse altre informazioni mi scriva pure,
un saluto, dott. Fabio Varotto
La ringrazio Dott. Varotto per la risposta molto completa ed esaustiva. Mi sono interessata all’ipnosi poichè tramite le terapie psicologiche, diciamo convenzionali, non ho trovato aiuto per il mio problema, tuttavia avevo un pò di timore riguardo all’ipnosi. Ho visitato anche il sito Modelli di cambiamento e ho visto che c’è la possibilità di fare una Consulenza Online (io abito lontana dalle vostre sedi), posso scriverle in privato per accordarci? Grazie mille
D’accordo Arianna, mi scriva pure alla mail fabio@modellidicambiamento.it . Per la consulenza utilizzeremo skype.