Come sedurre una persona. I 9 punti dell’antropologa Helen Fisher.
Come sedurre una persona dott. Matteo De Tomi
L’antropologa Helen Fisher propone 9 punti per sedurre il proprio partner o per sedurre una persona nuova che ci interessa. Questi punti si basano sulla comunicazione verbale e non-verbale e ti permetteranno di migliorare la tua vita di coppia e le tue relazioni.
fai un largo sorriso, mostrando (almeno) i denti superiori. Un sorriso a bocca chiusa è adatto solo agli estranei e ai conoscenti
fissa il partner o la persona che ti interessa per qualche secondo
fa domande sugli interessi personali, quindi ascolta attivamente annuendo con attenzione. In questo modo si crea un legame.
usa le parole dell’altro
mima (non come un pappagallo o una scimmia!) i movimenti corporei dell’altra persona.
tocca casualmente alla persona il gomito, la spalla o il ginocchio. Non toccarlo di nuovo se non ti ha a sua volta toccato entro 7/8 minuti
parla dei tuoi successi. la persona davanti a te vuole sapere chi sei
sii autentico e sicuro di te
sii originale. L’originalità accresce il livello di dopamina nel cervello e può spingere la persona ad innamorarsi
Fonte: i dieci comandamenti della coppia. Ponte alle Grazie
Matteo De Tomi, psicoterapeuta e formatore, e Giordano Riello, presidente di Nplus, parlano di imprenditoria e di autostima.
L’obiettivo dell’incontro è evidenziare il legame tra l’imprenditoria e l’autostima. Quali sono le caratteristiche che deve avere un imprenditore di se stesso?
Darsi un obiettivo,
Sapere le azioni da compiere,
Essere a conoscenza delle proprie capacità,
Perseverare,
Fare proprio il concetto di flessibilità (come diceva Marchionne: “se ho un metodo è un metodo che si ispira a una flessibilità bestiale“)
Imparare dal passato
Guardare al futuro,
Fare squadra
Lo psicologo psicoterapeuta Matteo De Tomi e Giordano Riello nella sede di Nplus a Rovereto
Sergio Marchionne e i 3 consigli che diede agli studenti della Luiss di Roma nell’agosto del 2006
“Qualsiasi cosa decidiate di fare con il vostro futuro, fatelo sempre con questo semplice obiettivo in mente: fare la differenza, ogni giorno.“
Il mio primo consiglio è: qualunque convinzione abbiate oggi, rimanete comunque aperti a cambiare voi stessi e il vostro percorso. Se rimanete bloccati in un posto di lavoro che soffoca la vostra creatività e la vostra crescita, riconoscetelo e fate tutto il possibile per entrare in un ambiente migliore.
Secondo consiglio: ricordate che siamo tutti chiamati a uno scopo più alto, che è quello di perseguire i nostri obiettivi nel rispetto della dignità umana e delle esigenze della società, sia per l’oggi che per le generazioni future.
La vostra visione della vita cambia completamente se puntate i vostri sforzi verso il semplice obiettivo di cercare di fare la differenza.
Il mio terzo piccolo consiglio è, qualunque cosa facciate, mirate sempre in alto e sognate in grande. La mediocrità non vale mai la pena.
Alla fine, il nostro valore è in ciò che resterà quando non ci saremo più.
Qualsiasi cosa decidiate di fare con il vostro futuro, fatelo sempre con questo semplice obiettivo in mente: fare la differenza, ogni giorno.
Il lavoro e lo stress. A volte si pensa che per combattere l’ansia e lo stress sia necessario prendersi una pausa: non è sempre vero.
Come superare l’ansia nel lavoro e rendere al massimo? Lavorando con gli imprenditori e con persone con molti impegni lavorativi si vede come la chiave di soluzione sia aiutare queste persone a :
Gestire al meglio il proprio tempo
Non lasciarsi distrarre da elementi che al momento non si possono trattare
Focalizzare l’attenzione su una cosa alla volta, senza lasciarsi invadere da altri pensieri
L’ipnosi attuata dai professioni di Modelli di Cambiamento ha questa capacità di aiutare la persona focalizzarsi sul momento.
E’ normale nel lavoro avere molti pensieri: quando si sta facendo qualcosa si pensa anche a cosa fare dopo, o ad un imprevisto, o a qualcosa da fare contemporaneamente.
Così facendo, però, la mente e il corpo si stancano e vanno in sovraccarico! Ecco allora la voglia di … scappare in un’isola deserta … Ma non è sempre utile! Se voglio raggiungere un obiettivo devo allenare la mia mente a lavorare per compartimenti stagni, in certi casi.
Ecco l’utilità allora dell’ipnosi che permette di creare la possibilità di non lasciarsi invadere dai pensieri ma di gestire una cosa per volta.
Lo psicologo è un professionista della salute, si tratta di una figura riconosciuta come come professione sanitaria.
Per diventare psicologo clinico è necessario aver superato 5 anni di psicologia dentro e aver svolto alcuni tirocini in ambienti di tipo clinico ( ospedali, Centri di Salute Mentale, associazione con persone di disagio psichico).
Dopo la laurea è necessario seguire un tirocinio post-laurea sempre in ambito clinico, superare un esame di stato ed essere quindi iscritti all’albo degli psicologi. Sul sito internet dell’Ordine degli Psicologi del Veneto si può trovare l’elenco degli iscritti all’albo.
Cosa fa lo psicologo?
Lo psicologo, dopo aver superato l’esame di stato può fare due cose:
La prima è la promozione del benessere e la prevenzione, quindi può fare conferenze, può parlare in pubblico alle riunioni, alle associazioni. Può proporre che cos’è la salute della psicologica, il benessere e promuovere iniziative
La seconda invece le diagnosi, attraverso il colloquio psicologico e dei test, lo psicologo può aiutare la persona a mostrare come funziona e che schemi utilizza.
Cosa fa lo psicoterapeuta?
Lo psicoterapeuta è una figura dell’ambito sanitario che, dopo i 5 anni di studio e l’esame di stato si iscrive alla scuola di Psicoterapia della durata di 4 anni , formati da corsi teorici e pratica clinica, attraverso i quali diventa psicoterapeuta.
In questo corso di 4 anni, agli psicologi e ai medici che si sono iscritti, vengono insegnate tecniche specifiche per aiutare i pazienti, ad attuare un cambiamento, a stare meglio.
Lo psicoterapeuta si occupa di problemi individuale come ansia, depressione, problematiche del carattere e anche di problematiche relazionali, quindi problemi di coppia, famiglia oppure problemi di come la persona si mette in gioco con gli altri.
Ipnosi. Come la può usare lo psicologo-psicoterapeuta
La psicoterapia è una disciplina che inizia ad essere studiata in modo scientifico verso gli anni 50. Si è visto come degli effetti positivi, visibili in modo statistico e misurabile erano ottenute da delle procedure terapeutiche di tipo cognitivo- comportamentale e di tipo ipnotico. Abbiamo vari studi come Hammon, Byrne e Montgomery che mostrano l’utilità dell’ipnosi ad esempio per i trattamenti dell’ansia.
Il modello operativo del nostro studio è di tipo integrato. Utilizziamo un modello operativo di tipo cognitivo- comportamentale e ipnotico .
ll cardine dello studio è il modello esperienziale , perché noi siamo le esperienze che abbiamo vissuto. Ricordando ora uno studioso ,Holmaat, diceva che le esperienze emozionali cambiano le connessioni sinaptiche del cervello.
Quindi vuol dire che le esperienze emozionali, forti, intense possono cambiare e cambiano il nostro modo di pensare e di pensarci. Ciò è molto importante perché lo scopo della terapia è sperimentare .
Durante l’ipnosi noi facciamo riaccedere la memoria della persona ad un episodio recente o del passato che ha dato dei problemi e che quindi ha creato un’idea di sé negativa, un esempio è l’ansia che porta una persona a pensare di essere un fallito.
Attraverso delle tecniche ipnotiche facciamo rivivere quell’episodio però in maniera differente creando quindi un nuovo modo di pensare e portando il paziente a sperimentarsi in modo differente.
In questo modo noi abituiamo il cervello e le sinapsi a lavorare in modo differente in poche sedute.
Come lavora il nostro cervello?
Il nostro cervello fondamentalmente lavora su due modelli:
Una parte logica- razionale che è la parte che ci hanno insegnato da sempre sono gli apprendimenti, gli schemi; poi abbiamo una parte intuitiva- istintuale le nostre sensazioni ed emozioni.
Durante la vita la parte logica ha una certa predominanza rispetto la parte emotiva, durante l’ipnosi il livello emotivo va più a pari con il livello logico- cognitivo. Quindi comunicano meglio e perciò le esperienze emozionale possono influire sul piano logico facendo cambiare il modo di pensare.
I tre Incontri Esperienziali del dott. Matteo De Tomi
Il gruppo dell’Autostima. È ormai il secondo anno che propongo questo tipo di Incontro. Si tratta di un Incontro di gruppo teorico ed esperienziale.
Teorico…perché: vi spiegherò cos’è l’autostima, come si crea e come si può sviluppare in se stessi e con gli altri.
Esperienziale…perché: tramite alcuni esercizi carta-penna ciascuno di voi potrà scoprire le proprie convinzioni negative, ovvero quelle idee automatiche che arrivano senza che ve ne accorgiate e che non vi permettono di realizzare ciò che volete. Poi, ciascuno di voi potrà creare nuove idee positive da vivere in stato ipnotico e con gli altri partecipanti al gruppo.
Ipnosi e autostima: gli Incontri Esperienziali
In questo incontro vi spigherò cos’è l’ipnosi dal punto di vista scientifico e alla fine sperimenteremo un’ipnosi di gruppo volta al rilassamento e all’aumento dell’autostima
Ti amo ma ti vorrei diverso: gli Incontri Esperienziale
Questo è un Incontro dedicato alle coppie e ai single. In questa conferenza vedremo:
come si forma una coppia, come mai una persona sceglie proprio quella persona e non un’altra
le strategie per vivere al meglio la vita di coppia
La fame nervosa (eating emozionale) è definita come quella problematica in cui la persona ha la tendenza a mescolare le emozioni con l’assunzione di cibo e ad usare il cibo per far fronte alle situazioni emozionali che incontra quotidianamente. La persona che soffre di questa problematica prova un bisogno insopprimibile di mangiare a qualunque ora del giorno. Inizialmente ci si sente soddisfatti ma poi si viene generalmente presi dai sensi di colpa.
Questa problematica si presenta periodicamente e ha una funzione consolatoria, si presenta infatti quando sono presenti delle emozioni specifiche (rabbia, noia, tristezza).
Quanti tipi di fame nervosa esistono?
Il problema della fame nervosa è sempre una conseguenza rispetto delle emozioni e dei pensieri antecedenti.
Infatti, ci sono varie emozioni che precedono questi episodi: l
a tristezza, l’ansia, la noia, la rabbia, la solitudine. Il problema della persona sofferente di fame nervosa e di bulimia è che non sa come gestire l’affetto che prova, allora si scarica (senza volerlo) nel cibo. Appunto perché la persona non sa gestire l’affetto provato il sintomo è sentito come incontrollabile.
Colloquio anamnestico in cui lo psicoterapeuta indaga con il paziente il periodo in cui è esordito il problema e i sentimenti connessi al problema.
Inizio della procedura terapeutica volta a cambiare i vissuti precedenti alla fame nervosa. Questo passaggio della terapia è un primo passo fondamentale, tramite esercizi di autoipnosi (Vanderlinden et al. , 1992) si “insegna” al paziente come può cambiare l’automatismo emozione – fame. In questo modo il cervello stesso impara a comportarsi diversamente quando inizia a provare le emozioni negative precedenti alla fame nervosa.
Tramite tecniche specifiche di tipo ipnotico (Affetto Ponte – Watkins, Terapia degli stati dell’io – Vanderlinden) il paziente viene invitato a rivivere la prima volta in cui ha vissuto la medesima emozione negativa che prova prima della fame nervosa. In questo modo la persona, assieme al terapeuta, può rivivere la prima esperienza in modo differente. Quando non sappiamo gestire un’emozione, è utile tornare, tramite procedure di tipo ipnotico, alle prime volte che questa emozione è stata provata, ma con le risorse del presente: per poter rivivere l’esperienza in maniera differente.
Il gioco d’azzardo patologico (ludopatia) è un disturbo inquadrato nella categoria “dipendenza comportamentale” (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali).
Gioco d’azzardo patologico
Quali sono i sintomi tipici di un giocatore d’azzardo patologico?
Il giocatore è diagnosticato affetto dal gioco d’azzardo patologico (ludopatia) (DSM-IV, 1994) se presenta almeno cinque dei sintomi che seguono:
Ha commesso azioni illegali come falsificazione, frode, furto o appropriazione indebita per finanziare il gioco d’azzardo
Mente alla propria famiglia, al terapeuta, o ad altri per occultare l’entità del coinvolgimento nel gioco d’azzardo
Dopo aver perso al gioco, spesso torna un altro giorno per giocare ancora, rincorrendo le proprie perdite;
Gioca d’azzardo per sfuggire problemi o per alleviare un umore disforico, per esempio, sentimenti di impotenza, colpa, ansia, depressione;
È irrequieto e irritabile quando tenta di ridurre o interrompere il gioco d’azzardo;
Tenta di ridurre, controllare o interrompere il gioco d’azzardo, ma senza successo;
Ha bisogno di giocare somme di denaro sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato;
È assorbito dal gioco, per esempio è continuamente intento a rivivere esperienze trascorse di gioco, a pianificare la prossima impresa di gioco, a escogitare modi per procurarsi denaro per giocare;
Ha messo a repentaglio o perso una relazione significativa, il lavoro, oppure opportunità scolastiche o di carriera per il gioco d’azzardo;
Fa affidamento sugli altri per reperire denaro per alleviare la situazione economica difficile causata dal gioco, “operazione di salvataggio”.
Quali sono le cause della ludopatia?
Si tratta di un disturbo derivante da molti fattori, di tipo biologico, psicologico, sociale e contestuale.
Fattore Biologico: gli studi hanno rilevato un problema a livello della corteccia prefrontale ventro-mediale con conseguente disturbo del controllo degli impulsi e dei processi decisionali. Inoltre vi è un deficit di codifica per i recettori dopaminergici con conseguente problema di dipendenza.
Fattore Psicologico: gli studi hanno evidenziato come le persone sofferenti di ludopatia attuino a livello del pensiero dei delle “distorsioni cognitive”, quali il Pensiero magico e l’Illusione di controllo
Le distorsioni cognitive del giocatore d’azzardo
A livello psicologico non c’è da tralasciare l’aspetto anche emozionale. Molte persone con problemi di gioco d’azzardo patologico anche di problematiche di ansia e di depressione già prima del disturbo di ludopatia.
Tratti di personalità di chi soffre di gioco d’azzardo patologico
Un altro fattore importante è il contesto:
Come intervengo nella terapia per il gioco d’azzardo patologico?
Io e i colleghi di Modelli di Cambiamento trattiamo il problema basandoci su strategie di tipo cognitivo comportamentale e su metodologie di tipo ipnotiche. Contemporaneamente si richiede al cliente una partecipazione attiva per la risoluzione di questo disturbo.
Colloquio anamnestico di indagine sul problema e sulle relazioni della persona sofferente di ludopatia. A seconda della cronicità del problema e della motivazione del cliente il terapeuta deciderà se prendere in carico il paziente.
Lavoro sui pensieri disfunzionali legati al disturbo e individuazione (o creazione) di nuove abitudini positive che possano sostituire il comportamento patologico. E’ inoltre basilare aiutare il cliente a trovare delle nuove modalità per reagire agli affetti dolorosi o di vuoto spesso presenti in queste persone. Attraverso l’ipnosi è possibile far sperimentare alla persona nuove modalità di gestione degli affetti dolorosi e quindi motivare maggiormente la persona al cambiamento.
L’ipnositerapia è una forma di psicoterapia che permette un miglioramento pratico nella vita quotidiana.
Come operano con l’ipnositerapia gli psicologi-psicoterapeuti di Modelli di Cambiamento?
La psicoterapia è una disciplina che inizia ad essere studiata in modo scientifico negli anni ’50, dimostrando in modo statistico che le tecniche di tipo cognitivo comportamentale e l’ipnositerapia portavano a effetti positivi nella terapia dei pazienti.
Molti studi (tra cui Hammon 2010, Byrne 1973, Montgomery 1955) ad esempio hanno dimostrato l’utilità dell’ipnosi nel trattamento dei disturbi d’ansia (attacchi di panico, disturbo post traumatico da stress, disturbo d’ansia generalizzato).
Modello teorico e clinico degli specialisti dello studio Modelli di Cambiamento è l’integrazione tra il modello cognitivista e il modello ipnotico. Il nostro approccio è quindi di tipo esperienziale.
Noi siamo le esperienze che abbiamo vissuto
Obiettivo dell’ipnositerapia è creare nuove esperienze affinché la persona possa vivere diversamente la quotidianità. Come dimostrarono gli studiosi Holmaat e Svodoba (2009):
le esperienze emozionali possono rinforzare l’apprendimento alterando la forza delle connessioni sinaptiche del cervello.
Attraverso l’ipnositerapia il paziente può vivere esperienze che di solito gli arrecano sofferenza in maniera differente, grazie al terapista. Così facendo il cervello cambia le idee che ha di sé e del mondo. Le emozioni cambiano i pensieri. Ci sono varie tecniche per cambiare le esperienze che fanno male: la tecnica del cambio di storia, tecniche di desensibilizzazione, reparenting (per vedere un esempio di reparenting clicca qui)
Come avviene il cambiamento con l’ipnositerapia?
Si può dire che il cervello opera con due processi:
– Processo logico (abitudini apprese, schemi) – Processo emotivo (l’istinto, le emozioni)
Nelle vita quotidiana è il processo logico a dominare la vita delle persone. In ipnosi si fa sì che il processo logico e quello emotivo invece vadano più in parallelo! Affinché le emozioni possano cambiare gli abituali modi di pensare.
A livello neurologico acccade infatti che l’attività cerebrale si sposta verso il lobo destro, causando una inibizione del lobo frontale (Alexander, 2007)
Per leggere altri articoli degli specialisti di Modelli di Cambiamento clicca qui:
Cosa sono i pensieri ossessivi? Come si eliminano?
La clinica sui pensieri ossessivi.
I pensieri ossessivi fanno parte della categoria dei Disturbi d’ansia. “Ossessivo” deriva dal latino “obsidere”, ovvero “assediare”. Caratteristica infatti dei pensieri di tipo ossessivo è il fatto che questi “assediano” la mente e la quotidianità di chi ne soffre.
Chi soffre di questo problema spesso si descrive “assediato”
Chi soffre di pensieri ossessivi si sente assediato
I pensieri possono essere di molti tipi, possono far parte della categoria “salute“: quindi la persona può chiedersi sempre se ha qualche malattia. Oppure possono far parte della categoria “pulizia e dell’ordine“: “mi sarò lavato bene le mani?”, “Non mi sono lavato abbastanza”, “Sono sporco”, “Devo pulire”, “Questa stanza non è mai pulita abbastanza”. Si può trattare anche di pensieri ossessivi legati ad altre tematiche come la vita di coppia: “E se mi piace un’altra/un altro?” “E se non mi ama?” “E se non valgo?”
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