Psicosomatica

 

Che cos’è la Psicosomatica

“Il termine Psicosomatica (psiche e soma) viene usato per indicare i rapporti fra i pensieri, il comportamento e gli organi del corpo” (Lachman, “I disturbi psicosomatici” 1983). La Psicosomatica studia quindi gli effetti che alcuni stati psicologici, soprattutto quelli emotivamente molto coinvolgenti, hanno sugli organi del nostro corpo.

 

Stress, emozioni e disturbi (psicosomatica)

Il nostro studio condivide la teoria dell’“organo bersaglio” (Pancheri, “Stress, emozioni e malattia” 1980) che illustreremo brevemente.

È stato dimostrato che le emozioni influenzano in qualche modo tutti gli organi del corpo. Quando proviamo un’emozione si possono avere reazioni comuni a tutti gli individui e reazioni specifiche per ogni individuo. Ad esempio ad ognuno di noi è capitato di sentire il cuore battere molto forte quando ha paura ma non a tutti capita, nella stessa situazione, di avere disturbi dell’intestino.

Queste reazioni non comuni a tutte le persone coinvolgono un organo in particolare denominato “organo bersaglio”. Ad esempio alcuni di noi quando vivono situazioni molto intense dal punto di vista emotivo (ad es.: tensioni sul lavoro, lutti, ecc…) soffrono di forti mal di testa mentre altri possono presentare sfoghi cutanei ed altri ancora avere problemi intestinali.

Dipende tutto da qual è l’organo predisposto ad essere coinvolto dalle forti emozioni. In altre parole sembra che ognuno di noi abbia un organo più “debole”, una sorta di “tallone d’Achille” che ci da problemi quando siamo sovraccaricati emotivamente.

Se il “sovraccarico emotivo” è molto intenso e dura per molto tempo è possibile che la persona sviluppi un Disturbo Psicosomatico, cioè una malattia (psicosomatica), con un’effettiva base organica, che colpisce le funzioni dell’organo bersaglio. I disturbi Psicosomatici più comuni sono:

  • Gastrite
  • Colite
  • Ulcera
  • Acne
  • Psoriasi
  • Alopecia
  • Cefalee

Come si può notare ognuno di questi disturbi psicosomatici colpisce, come si è detto prima, la funzione dell’organo interessato quindi, ad esempio, la capacità dell’intestino di digerire correttamente nella gastrite, la capacità della pelle di essere permeabile nella psoriasi ecc…

Pancheri dopo aver considerato un gran numero di studi condotti sull’argomento, ha definito lo stress come “La risposta dell’organismo ad ogni richiesta di modificazione effettuata su di esso”.

L’autore prosegue dicendo che questa risposta si attua sia a livello del comportamento che a livello degli organi del corpo e dipende dallo stato emotivo della persona e dall’interpretazione che da a situazioni specifiche. Ad esempio per alcune persone una lite con un collega o con il partner può essere vissuta in maniera molto coinvolgente mentre altre possono considerarla un normale “incidente di percorso” sulla strada della vita.

Dipende tutto dallo stato psicologico (convinzioni ed atteggiamenti) delle persone in quel momento e dai motivi che portano queste persone, ad esempio, a litigare.

Se è vero quindi che lo stress ci fa provare emozioni molto intense, e che le emozioni molto intense hanno un effetto sull’“organo bersaglio”, molti autori concordano sul fatto che più frequenti sono le situazioni in cui siamo stressati, quindi “sollecitati” emotivamente, più alta è la probabilità di sviluppare un Disturbo Psicosomatico.

 

Psicoterapia dei disturbi psicosomatici

Nella terapia dei disturbi psicosomatici i professionisti del nostro studio si rifanno al lavoro di Ernest L. Rossi, allievo di Milton H. Erickson, che ha sviluppato una teoria secondo la quale tramite l’ipnosi sarebbe possibile intervenire sulle relazioni tra la mente ed il corpo modificandole. Questi aspetti sono approfonditi nella sezione riguardante la Psicobiologia.

 

Ipnosi e sistema immunitario

Già nel 1987 Ernest Rossi aveva ipotizzato che l’ipnosi potesse avere un effetto modulatore sul sistema immunitario, cioè che avesse un influenza sulla produzione di linfociti, le cellule del sistema immunitario.

Quest’autore è partito da studi che avevano scoperto che i linfociti hanno la possibilità di legarsi ad alcune cellule prodotte dal sistema nervoso: i neurotrasmettitori. Si ritiene che questi neurotrasmettitori, che appartengono alla categoria degli ormoni, regolino la riproduzione dei linfociti.

Rossi ipotizza che attraverso l’ipnosi sia possibile regolare la produzione di questi neurotrasmettitori e l’informazione che essi “trasportano” avendo quindi un effetto a cascata sulla riproduzione dei linfociti. La figura 3 illustra il complesso meccanismo di comunicazione esistente tra il sistema nervoso ed il sistema immunitario che avviene grazie ai neurotrasmettitori.

Scansione di un'immagine dal libro "La Psicobiologia della guarigione psicofisica" in cui vengono descritte le relazioni tra sistema nervoso e sistema immunitario. È rappresentata una figura umana stilizzata con i principali organi e sono descritti i collegamenti tra essi.
In questa immagine, tratta dal libro “La Psicobiologia della guarigione psicofisica” di E. Rossi (1987), vengono descritte le complesse relazioni esistenti tra sistema nervoso e sistema immunitario.

Come si nota dall’immagine il sistema nervoso, attraverso una sua parte chiamata Timo che libera ormoni neurotrasmettitori, comunica con le cellule del sistema immunitario. Secondo Rossi gli ormoni sarebbero come dei “postini” che trasmettono i messaggi del sistema nervoso al sistema immunitario.

Successivamente sono stati condotti diversi studi che hanno verificato questa ipotesi (Whitehouse et al. 1996; Lutgendorf et al. 1997, 1998).

Uno dei più recenti è stato pubblicato da Keicolt – Glasser e collaboratori nel 2001. Questi autori, partendo da altre ricerche che avevano dimostrato che lo stress provoca la diminuzione di alcune cellule del sistema immunitario (CD3, CD4 e linfociti – T), hanno utilizzato l’ipnosi come terapia per favorire l’aumento di queste cellule ed il conseguente riequilibrio del sistema.

Nel loro esperimento sono stati selezionati due gruppi di studenti, ad entrambi è stato misurato, attraverso un esame del sangue, il numero delle sottopopolazioni linfocitarie in un periodo in cui non erano sottoposti a stress e 3 mesi prima di un esame molto importante quindi quando il livello di stress era al massimo. Gli studenti del primo gruppo parteciparono a 5 sedute d’allenamento all’autoipnosi che utilizzarono per tutto il periodo.

Al secondo gruppo fu chiesto di attendere la fine dell’esame prima di iniziare il medesimo percorso. L’esame del sangue fu replicato subito prima dell’esame. I risultati dimostrano che mentre nel gruppo che non aveva partecipato alle sedute d’ipnosi si è rilevata una diminuzione di alcune cellule del sistema immunitario, nell’altro gruppo questa diminuzione non è stata riscontrata.

Gli autori hanno quindi concluso che l’ipnosi può essere un valido strumento per modulare il sistema immunitario.

Per questi motivi molti autori, che si sono occupati di malattie autoimmuni, come l’alopecia e la psoriasi, ritengono che l’efficacia dell’ipnoterapia su queste malattie possa essere dovuta proprio agli effetti regolatori dell’ipnosi sul sistema immunitario.

 

Psicobiologia

In questa sezione illustreremo brevemente quelle che sono le basi psicobioligiche dell’ipnosi e perché si ritiene una tecnica particolarmente utile da utilizzare nei Disturbi Psicosomatici. Pur essendo una breve presentazione che non ha la pretesa di esaurire completamente l’argomento la complessità dello stesso implica l’utilizzo di termini tecnici non sempre di immediata comprensione.

 

Che cos’è la psicobiologia

La Psicobiologia è una disciplina che si occupa di studiare quali parti del sistema nervoso si attivano in relazione ad aspetti psicologici quali l’attenzione, la memoria, la percezione e le emozioni. Questa disciplina ha permesso, negli ultimi anni, di capire meglio il funzionamento del nostro cervello anche grazie al contributo delle moderne Neuroscienze.

Inoltre occupandosi di emozioni e sistema nervoso ha chiarito meglio alcuni concetti di Psicosomatica spiegando come avviene la comunicazione tra i pensieri, le emozioni e gli organi del corpo.

 

Ipnosi, Psicosomatica e Psicobiologia

In particolare i professionisti del nostro studio fanno riferimento al seguente modello Psicobiologico proposto da Ernest Rossi:
Quando veniamo coinvolti in situazioni emotivamente molto intense il nostro cervello, che funziona per impulsi elettrici, produce una segnale elettrico in una zona particolare denominata sistema limbico.

Questo segnale stimola un’altra zona, l’ipotalamo, che produce ormoni chiamati “molecole messaggero”. Attraverso il flusso sanguigno questi ormoni si diffondono lungo il corpo attivando un’altra parte del sistema nervoso, il sistema autonomo, che attiva i vari organi (cuore, intestino, ecc…).

Un disegno sulla sinistra rappresenta il cervello di un uomo con indicati i principali riferimenti per il sistema limbico (corteccia cerebrale, talamo, bulbi olfattivi, ippocampo, amigdala e Ipotalamo). Sulla destra un disegno di cervello e spina dorsale con collegamenti nervosi dove sono evidenziati gli organi controllati dal sistema nervozo centrale nei vari punti della colonna.

Secondo E. Rossi le “molecole messaggero” sarebbero la base biologica della comunicazione tra la mente ed il corpo. Sempre secondo quest’autore quando siamo stressati per molto tempo o proviamo un’emozione molto forte si crea una sorta di “intossicazione ormonale” e di conseguenza un passaggio di “informazioni errate” tra la mente ed il corpo che come conseguenza si ammala alterando le funzioni dell’ “organo bersaglio” (vedi Fig. 1).

Studi sull’effetto dell’Ipnosi sul sistema nervoso hanno rilevato che, durante lo stato di trance, sono attive nel cervello alcune zone del Sistema Limbico, ad esempio l’Amigdala che è un importante centro sia per le emozioni che per la memoria, dell’Ipotalamo e l’emisfero destro sede del pensiero creativo e centro importante nell’elaborazione delle emozioni.

Come si può notare quindi il cervello in stato di trance e nei momenti di stress funziona nello stesso modo, ovvero attivando i meccanismi di comunicazione tra la mente ed il corpo.

Due disegni, tratti dal libro di Rossi “La Psicobiologia della guarigione psicofisica” (1987), che mostrano i complessi collegamenti esistenti tra mente e corpo
Queste due immagini, tratte dal libro di Rossi “La Psicobiologia della guarigione psicofisica” (1987), mostrano i complessi collegamenti esistenti tra mente e corpo.

Come si può notare nell’immagine di sinistra i segnali provenienti dal cervello stimolano alcuni organi (ghiandola pineale, tiroide, reni, ovaie, testicoli) a produrre ormoni. Questo permette di “tradurre” l’informazione del cervello in un informazione corporea. Nell’immagine di destra viene illustrato come sostanze particolari presenti all’interno del nostro corpo (le endorfine) possano stimolare organi diversi attraverso il sistema immunitario stimolato, a sua volta, dal cervello.

Queste scoperte supportano l’ipotesi di Erickson e Rossi, secondo la quale negli stati di trance sarebbe possibile ricreare le stesse condizioni in cui il Disturbo Psicosomatico ha avuto origine e quindi intervenire modificando, con tecniche di psicoterapia ipnotica, gli apprendimenti legati ad esperienze particolarmente stressanti, alle emozioni, ai ricordi ed ai pensieri collegati all’ “organo bersaglio”.

In ipnosi è possibile fare ciò agendo sui ricordi, le immagini e le emozioni collegate al disturbo che vengono recuperate nello stato di trance, oppure direttamente sui sintomi specifici come dimostrano studi recenti sull’argomento.

Tecniche di ipnoterapia nei Disturbi Psicosomatici

Prima di descrivere i risultati di alcuni studi illustreremo brevemente alcune delle tecniche utilizzate dai terapeuti del nostro studio nel trattamento dei disturbi psicosomatici.

Conversione di una minaccia negativa in una sfida positiva

Questa tecnica si basa sulle scoperte di Selye che esistano due tipi di stress: uno stress “cattivo”, che è quello che comunemente conosciamo e che causa la malattia psicosomatica, ed uno stress “buono” o “eustress” da cui deriva il piacere nell’affrontare le sfide.

Mediante questa tecnica, una volta raggiunto lo stato di trance, è possibile modificare, attraverso l’uso di indicazioni ed immagini appropriate, atteggiamenti e convinzioni della persona aiutandola a passare da una condizione di stress ad una di eustress.

Quantificazione di un sintomo di impatto psicosomatico

Come abbiamo detto in precedenza nello stato di trance si intensifica il rapporto tra i pensieri ed il corpo, quindi c’è la possibilità di percepire i sintomi in modo differente. Mediante questa tecnica è possibile per la persona “quantificare” l’intensità del proprio sintomo e diminuirla ottenendo così un’attenuazione dello stesso nella vita di tutti i giorni.

Conversione del sintomo in un segnale pricosomatico

Questa tecnica permette di modificare, in stato di trance, il punto di vista che la maggior parte delle persone ha sul sintomo, ovvero che sia solamente un fastidio o un qualcosa che ci fa stare male. Invece, come scrive Rossi in “La Psicobiologia della guarigione psicofisica”, “… Il tuo sintomo o problema è di fatto amico tuo. Il tuo sintomo è un segnale che ti dice che è necessario un mutamento creativo nella tua vita”.

Gestazione della guarigione psicofisica

Attraverso questa tecnica si crea, durante lo stato di trance, un’immagine o una fantasia in cui la persona vede Sé stessa già guarita e si esaminano i passi effettuati per arrivare alla guarigione del sintomo. Questo da la possibilità di trovare soluzioni creative al problema.

Trasformazione di un problema (o sintomo) in una funzione creativa

Questa tecnica si associa solitamente alla quantificazione del sintomo. Una volta focalizzata la persona sul sintomo si rievocano ricordi, fantasie ed immagini ad esso collegate. Tutte le immagini associate al sintomo sono metafore, ovvero rappresentazioni mentali del sintomo stesso.

Siccome, secondo Erickson e Rossi, la nostra mente inconscia si esprime attraverso le immagini (basti pensare ai sogni) trasformare un sintomo in una metafora equivale a tradurlo in un linguaggio che la mente inconscia può capire. Il passaggio successivo consiste nel modificare l’immagine, e quindi il sintomo, in maniera creativa.

Studi sull’utilizzo dell’ipnosi nella cura dei Disturbi Psicosomatici

In questo paragrafo illustreremo alcuni studi sull’utilizzo dell’ipnosi nella terapia dei Disturbi Psicosomatici. I primi due forniscono un esempio di come l’ipnosi sia utilizzata a tale scopo, gli ultimi riguardano una panoramica delle varie patologie nelle quali l’ipnosi si è rivelata efficace.

Palsson, in una ricerca del 2006, ha trattato con successo alcuni pazienti affetti da sindrome del colon irritabile, morbo di Crohn e colite ulcerosa tramite l’ipnosi. Durante lo stato di trance venivano evocate immagini metaforiche con lo scopo di agire sui sintomi specifici di questi disturbi e di diminuire l’ansia associata a questi sintomi. L’87% dei pazienti mostrò una significativa attenuazione dei sintomi ed un conseguente miglioramento della qualità della vita.

Molti altri studi dimostrano l’efficacia delle tecniche ipnotiche sulle patologie gastrointestinali con base psicosomatica. In particolare Whitehead, in un articolo del 2006, ha raccolto una vasta serie di ricerche, tra le quali anche quella di Palsson, ed ha stimato che l’ipnoterapia ha effetti positivi sui sintomi gastrointestinali e sull’ansia associata a questi nell’89% dei casi.

Altre ricerche hanno dimostrato l’efficacia dell’ipnosi su altri disturbi psicosomatici. Willemsen e Vanderlinden, in uno studio del 2008, hanno utilizzato metafore per curare pazienti affetti da alopecia areata. L’alopecia areata è una malattia autoimmune che provoca la perdita dei capelli e che viene collegata dagli autori allo stress.

Descriveremo ora brevemente, a titolo di esempio, un caso tratto in questo studio con lo scopo di illustrare com’è possibile intervenire sui disturbi psicosomatici attraverso l’ipnosi.

CASO 4: Una donna di 32 anni, manager in una ditta farmaceutica, fu licenziata improvvisamente. questo fatto le fece sentire che non aveva più la capacità per farcela. Dopo due mesi fu colpita da una forma di alopecia areata resistente ad ogni cura medica.

Nelle prime sedute venivano utilizzate immagini metaforiche con lo scopo di facilitare il rilassamento e di aumentare il flusso sanguigno nei vasi dello scalpo. Successivamente la donna si organizzò per trovare un nuovo lavoro. Nella parte successiva della terapia furono utilizzate immagini in cui la paziente vedeva Se stessa nel futuro, affrontare in modo adeguato il colloquio di assunzione ed associando questo successo alla ricrescita dei capelli. La signora affrontò con successo il colloquio di lavoro in modo tranquillo e dopo un mese i capelli iniziarono a crescere.

12 dei 21 pazienti che partecipavano allo studio, 4 dei quali completamente calvi, mostrarono una completa ricrescita dei capelli ed un notevole sollievo dei sintomi ansiosi e depressivi associati alla malattia.

Questo è solo uno degli esempi più recenti di come l’ipnosi sia stata impiegata nel trattamento dei disturbi psicosomatici. A conclusione di questa breve esposizione riportiamo una delle rassegne più recenti pubblicate sull’efficacia dell’ipnosi nel trattamento dei disturbi psicosomatici di Flammer e Alladin (2005). Questi autori, dopo aver analizzato diversi studi sull’argomento, hanno concluso che l’ipnosi si è rivelata efficace nel trattamento dei seguenti disturbi psicosomatici:

  • Sindrome dell’intestino irritabile
  • Ulcere peptiche e duodenali
  • Psoriasi
  • Dermatite atopica
  • Allergia ai pollini
  • Asma
  • Acufeni
  • Cefalea
  • Enuresi
  • Insonnia
  • Alopecia
  • Diabete
  • Terapia del dolore

A questi risultati si aggiungono quelli ottenuti da Whitehead (2006), già citati, e da Shenefelt (2000) che verificano l’efficacia dell’ipnosi anche nel trattamento di altri disturbi psicosomatici gastrointestinali (colite ulcerosa, colite spastica, sindrome del colon irritabile, morbo di Crohn) e dermatologici (iperidrosi, psoriasi, rosacea, herpes, orticaria, eczema, dermatite atopica).

Efficacia dell’ipnosi per la psicosomatica

In questa sezione passeremo in rassegna i principali disturbi organici per i quali l’ipnoterapia si è rivelata efficace.
Gli effetti dell’ipnosi sui sistemi autonomo ed immunitario la rendono un valido supporto al trattamento farmacologico, in particolare per quanto riguarda le patologie autoimmuni, cioè che sono causate da un deficit del sistema immunitario.

Sindrome dell’Intestino Irritabile (I.B.S.)

La Sindrome dell’Intestino Irritabile (I.B.S.) è un disturbo della funzione gastrointestinale caratterizzato da dolore addominale ed da alterazione delle funzioni intestinali in assenza di una patologia gastrointestinale organica evidenziata da esami medici. Il 20% della popolazione mondiale è affetto da questo tipo di patologia.

Le I.B.S. più conosciute sono la Colite Spastica, la Colite Ulcerosa ed il Morbo di Crohn, quest’ultimo di origine autoimmune.
Gli studi che verificano l’efficacia dell’ipnoterapia sulle I.B.S. sono innumerevoli e sono stati ideati protocolli ipnotici specifici per rendere meno intensi i sintomi di queste malattie (ad es. Whorwell, Prior e Faragher: ”Controlled trial of hypnotherapy in the treatment of severe refractory irritable-bowel syndrome” pubblicato su Lancet 1984; Palsson: ”Standardized Hypnosis Treatment for Irritable Bowel Syndrome: The North Carolina Protocol” pubblicato su International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis 2006).

Le rassegne più recenti sugli studi svolti dal 1984 ad oggi (Whitehead: “Hypnosis for Irritable Bowel Syndrome: The Empirical Evidence of Therapeutic Effects” pubblicato su International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis 2006; Miller e Whorwell: “Hypnotherapy for Functional Gastrointestinal Disorders: A Review” pubblicato su International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis 2009) dimostrano che l’ipnoterapia è efficace sui sintomi delle I.B.S. nell’87 – 89% dei casi.

Ulcere peptiche e duodenali

L’ulcera è una lesione della mucosa dello stomaco che può essere localizzata nella parte più alta (Ulcera Peptica) oppure nella parte più bassa (Ulcera Duodenale). La causa principale di queste lesioni è una condizione particolare dello stomaco, detta dispepsia, che ne aumenta l’acidità. Quando l’acidità intacca la parete dello stomaco produce l’ulcera.

Il 17% della popolazione mondiale soffre o ha sofferto di questo tipo di patologia; i più colpiti sono gli uomini con un rapporto di 3:1. Di questo 17% il 15% dei pazienti soffre di ulcera duodenale.

Uno studio recente (Calvert, Houghton, Cooper, Morris e Whorwell: ”Long-term improvement in functional dyspepsia using hypnotherapy” pubblicato su Gastroenterology 2002) ha messo in evidenza l’efficacia dell’ipnoterapia nella riduzione della dispepsia funzionale, quindi sulla causa dell’ulcera.

Dai risultati di questo studio emerge che nel complesso il 73% dei pazienti beneficia del trattamento ipnotico e che il 90% di questi riesce a vivere bene riducendo l’uso di farmaci.

Un precedente studio di Colgan e collaboratori: ” Controlled trial of hypnotherapy in relapse prevention of duodenal ulceration” pubblicato su Lancet 1988) trovava una percentuale di successo per l’83% dei pazienti.

Psoriasi

La psoriasi è una malattia della pelle di origine autoimmune che si caratterizza per la comparsa di placche e lesioni localizzate principalmente sotto i capelli, sui gomiti e sulle ginocchia e che però si possono estendere a tutto il corpo. In alcuni momenti può avere un periodo “cosiddetto di remissione” in cui le lesioni scompaiono. Le placche possono causare prurito ma quest’aspetto non si riscontra per tutti i pazienti. Tipica invece è la desquamazione, ovvero la perdita della pelle secca che si forma sulle placche. Ne soffre il 2 – 2,5% della popolazione mondiale.

L’efficacia dell’ipnosi nel trattamento della psoriasi è nota da parecchio tempo e si basava inizialmente su resoconti di casi clinici (ad es.: Kline: ” Psoriasis and hypnotherapy: a case report” pubblicato su International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis 1959; Frankel e Misch: ”Hypnosis in a case of long-standing psoriasis in a person with character problems” pubblicato su International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis 1973).

In tempi più recenti molte ricerche hanno fornito dati più precisi sull’efficacia del trattamento ipnotico per questo tipo di malattia. In particolare l’ipnosi pare avere un effetto sulle lesioni cutanee dopo circa 3 mesi di trattamento (Tausk e Whitmore: “A Pilot Study of Hypnosis in the Treatment of Patients with Psoriasis” pubblicato su Psychotherapy and Psychosomatics 1998).

Dermatite atopica

La Dermatite Atopica è una malattia della pelle che ha basi genetiche ed autoimmuni. È caratterizzata da arrossamento della pelle e prurito. Di solito si presenta inizialmente sul volto e sulla fronte, poi sul tronco. In seguito la pelle diventa secca, aumenta il prurito e le chiazze si possono localizzare anche sul collo, sulla nuca e agli angoli della bocca.

Questa patologia colpisce più del 10% della popolazione mondiale. I primi resoconti sull’efficacia dell’Ipnosi per questo tipo di patologia si riferiscono a casi singoli (ad es.: Twerski e Naar: ” Hypnotherapy in a case of refractory dermatitis” pubblicato su American Journal of Clinical Hypnosis 1974); successivamente sono stati condotti altri studi che hanno messo in luce l’efficacia dell’ipnosi associata alla terapia medica (ad es.. Stewart e Thomas: ” Hypnotherapy as a treatment for atopic dermatitis in adults and children” pubblicato su British Journal of Dermatology 1995; Senser, Hebermuller, Revenstorf: ”Hypnotherapy in Atopic Dermatitis” pubblicato su Akta Dermatologica 2004). Da questi studi emerge che i pazienti trattati con l’ipnosi riducono l’assunzione di farmaci del 60% in 16 settimane. Queste ricerche hanno sottolineato inoltre che l’ipnosi gioca un ruolo fondamentale nel ridurre lo stress associato a questo tipo di disturbo.

Allergia ai pollini

L’allergia ai pollini è una reazione del sistema immunitario ai pollini rilasciati nell’aria da alcune piante. I sintomi più frequenti sono: rinite, difficoltà di respirazione, arrossamento e prurito della pelle e degli occhi.

Gli studi che si sono occupati dell’efficacia dell’ipnosi sui sintomi di questa patologia sono abbastanza recenti (Langewitz, Izakovic, Wyler, Schindler, Kiss, Bricher: “Effect of Self-Hypnosis on Hay Fever Symptoms – A Randomised Controlled Intervention Study” pubblicato su Psychoterapy and Psychosomatic 2004).

Da queste ricerche emerge che i sintomi provocati dai pollini sono meno intensi per i pazienti che utilizzano l’ipnosi rispetto ai pazienti che si avvalgono solo di cure mediche.

Asma

L’asma è una malattia infiammatoria cronica dei bronchi. I sintomi principali sono: difficoltà a respirare, senso di costrizione al torace e tosse. Il disturbo è caratterizzato da periodi di crisi, in cui i sintomi diventano molto intensi e frequenti, e periodi di relativo benessere tra una crisi e l’altra. Negli ultimi 5 anni la percentuale di persone affette dall’asma in Italia è passata dal 10 al 12 – 13%.

Numerose ricerche hanno studiato l’effetto dell’ipnosi sui sintomi dell’asma. I primi studi risalgono agli anni ‘60 (Maher-Loughnan, MacDonald, Mason, e Fry: ”Controlled trial of hypnosis in the symptomatic treatment of asthma” pubblicato su British Medical Journal 1962) e successivamente altri ricercatori hanno messo in luce come l’ipnosi possa essere utilizzata con successo in questi casi (ad es.: Ewer e Stewart: “Improvement in bronchial hyper-responsiveness in patients with moderate asthma after treatment with a hypnotic technique: a randomised controlled trial” pubblicato su British Medical Journal 1986; Kohen: “Relaxation/mentalimagery (self-hypnosis) for childhood asthma: behavioral outcomes in a prospective, controlled study” pubblicato su Hypnos 1995; Lahmann et al: “Functional Relaxation and Guided Imagery as Complementary Therapy in Asthma: A Randomized Controlled Clinical Trial” pubblicato su Psychotherapy Psychosomatic 2009).

In particolare il rilassamento ipnotico si è rivelato essere molto utile per dare sollievo ai sintomi respiratori e per migliorare la respirazione di pazienti asmatici.

Acufeni

L’acufene è un disturbo caratterizzato da rumori di diversa natura (fischi, fruscii, ronzii, ecc…) percepiti all’interno dell’orecchio o della testa che possono diventare talmente fastidiosi da influire in modo negativo sulla qualità della vita di chi ne soffre.
Questo tipo di disturbo interessa il 10 – 17% della popolazione mondiale.

Le ricerche condotte per verificare se l’ipnosi fosse un trattamento efficace per gli acufeni (Attias, Gan , Shemesh, Shoham, Shahar, Sohmer: ”Efficacy of self-hypnosis for tinnitus relief” pubblicato su Scandinavian Audiology 1990; Mason e Rogerson: “Client-centered hypnotherapy for tinnitus: who is likely to benefit?” pubblicato su American Journal of Clinical Hypnosis 1995) hanno dimostrato che l’ipnosi dà sollievo ai sintomi e migliora la qualità della vita per una percentuale di pazienti affetti da acufene compresa tra il 68 ed il 73%.

Cefalea

La cefalea è un disturbo caratterizzato da dolore alla testa che può scendere anche sul collo e sul volto. In Italia ne soffrono circa due milioni di persone in modo cronico.

L’ipnosi ed il rilassamento ipnotico si sono rivelati efficaci nel trattamento della cefalea e numerose sono le ricerche che lo hanno dimostrato (ad es.: Melis et al: “Treatment of chronic tensiontype headache with hypnotherapy: A single-blind controlled study” pubblicato su Headache 1991; Ter Kuile et al: “Autogenic training and cognitive self-hypnosis for the treatment of recurrent headaches in three different subject groups” pubblicato su Pain 1994).

La più recente (Kohen: “Long-Term Follow-Up of Self-Hypnosis Training for Recurrent Headaches: What the Children Say” pubblicato su International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis 2010) ha analizzato 134 pazienti di cui: l’85% ha riportato che l’ipnosi li ha aiutati ad avere sollievo dai sintomi; il44 % ha riportato che la frequenza degli episodi di cefalea è diminuita; il 56% ha riportato che il dolore è meno intenso.

Enuresi

L’enuresi è un disturbo tipico dei bambini e consiste nel mancato controllo della diuresi soprattutto di notte con la conseguenza che il bambino “bagna il letto” inaspettatamente.

Ne soffre il 15 – 20 % dei bambini di 5 anni, il 10% dei bambini di 7 anni ed il 2,5% degli adulti.
L’enuresi si divide in primaria, cioè quando i bambini non riescono ad imparare a controllare la minzione, e secondaria, cioè quando dopo un periodo di tempo in cui i bambini si controllano il disturbo riappare. Questo secondo tipo può protrarsi fino all’adolescenza e, a volte, all’età adulta.

Le ricerche condotte finora dimostrano che l’ipnoterapia è un trattamento efficace nei casi di enuresi (ad es.: Edwards et al: “Hypnotherapy as treatment for enuresis” Journal of Child Psychology and Psychiatry 1985). Uno degli ultimi studi pubblicati (Iglesias e Iglesias: “Secondary Diurnal Enuresis Treated with Hypnosis: A Time-Series Design” pubblicato su International Journal of clinical and Experimental Hypnosis 2008) ha dimostrato che i risultati ottenuti utilizzando l’ipnoterapia su un caso di enuresi secondaria sono stati mantenuti nel tempo anche dopo la fine del trattamento.

Insonnia

Soffrono di insonnia quelle persone che dormono per tempi molto brevi nell’arco della notte o che hanno un sonno disturbato con frequenti risvegli. Essendo il sonno fondamentale per mantenere i ritmi fisiologici dell’organismo, le persone che soffrono di questo disturbo solitamente presentano anche difficoltà di concentrazione e di attenzione.

Inoltre una ricerca condotta dall’Università della California ha dimostrato che l’insonnia sarebbe collegata ad altre patologie quali il diabete, l’obesità e le malattie cardiovascolari.

Una ricerca recente (Graci e Hardie: “Evidenced-Based Hypnotherapy for the Management of Sleep Disorders” pubblicato su International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis 2007) ha preso in considerazione diversi studi sull’efficacia dell’ipnoterapia per i disturbi del sonno ed ha dimostrato che questo tipo di trattamento è efficace nell’80% dei casi.

Alopecia

L’Alopecia Areata è una malattia autoimmune che consiste nella caduta dei capelli dallo scalpo e, più in generale, del pelo da varie parti del corpo. Ne viene colpito lo 0,1 – 0,2% della popolazione. Nel 7 – 10% dei casi si ha la calvizie completa (Alopecia Totalis) o la completa perdita dei peli su tutto il corpo (Alopecia Universalis). È stato dimostrato che questo disturbo peggiora in presenza di eventi stressanti (Madani e Shapiro: “Alopecia Areata update” pubblicato su Journal of the American Academy of Dermatology 2000).

Gli studi che si sono occupati dell’efficacia dell’Ipnoterapia sull’Alopecia Areata sono relativamente recenti (Willemsen, Vanderlinden, Deconinck e Roseeuw: “Hypnotherapeutic management of alopecia areata” pubblicato su Journal of the American Academy of Dermatology 2006; e Willemsen e Vanderlinden: “Hypnotic Approaches to Alopecia Areata” pubblicato su International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis 2008).

Tali ricerche sembrano confermare l’efficacia dell’Ipnosi su questo tipo di patologia. Infatti, dai dati analizzati in questi studi, si è riscontrato un miglioramento nella qualità della vita ed un abbassamento dei livelli di ansia, oltre che una ricrescita dei capelli stimata tra il 75% ed il 100%, per 12 pazienti su 21. Per 9 di questi pazienti, di cui 2 completamente calvi, la ricrescita è stata totale.

Nonostante questi risultati siano molto incoraggianti, gli autori mostrano cautela nell’affermare che l’Ipnosi abbia una reale efficacia sulla ricrescita dei capelli. Pare invece che questo risultato sia una conseguenza indiretta dell’abbassamento del livello d’ansia. Tuttavia da queste ricerche emerge più chiaramente che l’Ipnosi può essere un valido supporto nei casi di Alopecia Areata se associata ai farmaci e si possono riscontrare risultati in sole 8 – 12 sedute.

Uno studio recente (Willemsen, Haentjens, Roseeow e Vanderlinden: “Hypnosis and Alopecia Areata: Long – term Beneficial Effects on Psychological Well–being” pubblicato su Acta Dermato -Veneorologica 2011) ha analizzato l’efficacia dell’ipnosi sui disturbi di tipo psicologico legati all’Alopecia Areata, in particolare questa ricerca ha confermato un miglioramento della qualità della vita e dei sintomi ansiosi e depressivi in 21 pazienti con Alopecia. Lo studio prevedeva la somministrazione di test psicologici all’inizio, alla fine e dopo 6 mesi di trattamento. I livelli d’ansia e di depressione misurati da questi test sono diminuiti in modo statisticamente significativo tra l’inizio e la fine del trattamento e si sono mantenuti costanti per i 6 mesi successivi.

Diabete

È una patologia che colpisce il 5% della popolazione mondiale ed il 3% della popolazione italiana. Il sintomo più tipico è l’iperglicemia (aumento della concentrazione di zucchero nel sangue) anche se possono essere presenti diversi altri sintomi collegati all’alimentazione come la polifagia (il paziente mangia molto, ingrassa ma poi dimagrisce rapidamente), disturbi del sonno, cefalea ed altri disturbi a carico dell’apparato digerente.

Ne esistono di due tipi: il tipo 1, che pare avere cause autoimmuni, ed il tipo 2, che comprende la maggior parte dei casi (90 – 95%) e non ha origine immunitaria.

Le ricerche che hanno utilizzato l’ipnosi in casi di diabete (per una rassegna si veda Xu e Cardena: “Hypnosis as an Adjunct Therapy in the Management of Diabetes” pubblicato suInternational Journal of Clinical and Experimental Hypnosis 2008) hanno dimostrato che questo tipo di terapia può essere utilizzato in aggiunta ai farmaci per aumentarne l’efficacia e per gestire problemi legati all’alimentazione e ai disturbi del sonno.

L’ipnosi pare anche facilitare la circolazione sanguigna. Considerando che lo scarso afflusso di sangue nei pazienti con diabete solitamente causa problemi di cicatrizzazione delle ferite e, di conseguenza, l’aumento del rischio di infezione, gli autori sottolineano l’importanza di integrare l’uso dei farmaci con questi tipi di terapia.

Un articolo recente in fase di pubblicazione (Perfect e Elkins: “Cognitive – Behavioral Therapy and Hypnotic Relaxation to Treat Sleep Problems in an Adolescent With Diabetes” in pubblicazione su International Journal of Clinical Psychology 2010) ha invece messo in evidenza l’efficacia dell’ipnosi nel trattamento dei disturbi del sonno nel caso di un paziente diabetico.

Terapia del dolore

Il dolore cronico viene attualmente definito secondo il concetto di Total Pain (per una rassegna teorica recente si veda Sugden: “Total Pain: a multidisciplinay approach” pubblicato su Scottish Journal of Healthcare Chaplaincy 2001). Secondo questo tipo di approccio il dolore non è semplicemente un’esperienza di tipo fisico ma deriva dalla somma tra l’esperienza fisica e l’interpretazione che la persona dà di quell’esperienza.

La percezione del dolore sarebbe influenzata quindi anche dalla personalità, dalle emozioni, dalle esperienze passate e dalle relazioni sociali.

In quest’ottica l’ipnoterapia, unitamente ai farmaci, diventa un intervento molto utile in tutte quelle malattie che sono caratterizzate da dolore di tipo cronico.

Numerose sono le ricerche che verificano l’efficacia dell’ipnosi in questi casi (per una rassegna si veda Stoleb, Molton, Jensen, Patterson: “The efficacy of hypnotic analgesia in adults: a review of letterature” pubblicato su Contemporary Hypnosis 2009) dalle quali emerge che questo trattamento è efficace sul dolore causato da: Sindrome dell’Intestino irritabile, dolore addominale, fibromialgia, sclerosi multipla, interventi ginecologici ed ustioni.

Le percentuali di successo si stimano tra l’80 ed il 90%. Un altro studio (Gay, Philippot e Luminet: “Differential effectiveness of psychological interventions for reducing osteoarthritis pain: a comparison of Ericksonian hypnosis and Jacobson relaxation” pubblicato su Eurpean Journal of pain 2002) dimostra l’efficacia dell’ipnosi Ericksoniana in casi di dolore artritico e che questi risultati sono rimasti costanti nei successivi 6 mesi dopo il trattamento.