Riflessioni sul cambiamento e la terapia

 Cambiamento e terapia

Quanti atti terapeutici di cambiamento si fanno coscientemente, e quanti altri inconsapevolvemente:

Ricordo di una signora che dopo una serie di colloqui, migliorata dal punto di vista dell’umore, nell’ultima seduta spiega che un ricordo dei colloqui è stata l’importanza della “comunicazione”, termine e concetto che era passato nell’agire terapeutico, senza che ci fosse sempre una consapevolezza. Spesso i cambiamenti maggiori avvengono senza saperlo, nella relazione terapeutica e nello sperimentarsi fuori dallo studio

La relazione con lo psicologo, spazio di cambiamento e di sperimentazione “sicura”:

Lo studio dove avviene l’incontro tra lo psicologo e la persona che viene per la consultazione ha una funzione fondamentale per il cambiamento: è come una palestra, uno spazio protetto dove il paziente può sperimentarsi, e, fuori dallo studio potrà ancora provare sapendo che la/e settimana/e dopo potrà tornare a riflettere sulle mosse intraprese o non intraprese, sulle emozioni provate, al fine poi di non aver più bisogno della base sicura studio, dato che sarà la persona stessa a sentirsi maggiormente una base sicura.

Riflettendo su un caso seguito: sono sempre più sicuro che uno dei compiti del terapeuta sia quello di allenare il paziente alla differenziazione, a renderlo sicuro e consapevole delle proprie scelte.

“Più ti chiamerò per nome per ogni cosa, importante o meno, più ci riconosceremo, più delimiteremo i nostri confini e tu potrai fidarti di te stesso”

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“Difendiamo questa premessa perché ci rifiutiamo di smettere di parlare con le persone, anche con quelle che sono nella condizione apparentemente peggiore e senza speranza” Cecchin, Lane, Ray

“La funzione della guarigione è scoprire capacità
precedentemente non riconosciute”  C.Casula
 
 
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