Un esercizio contro l’ansia

Un esercizio di rilassamento contro l’ansia

L’ansia, quel noto stato di agitazione e apprensione, si può presentare sotto varie forme (pensieri ossessivi, agitazione, tensione muscolare, cefalea, …) .

Quando proviamo ansia non viviamo il presente, non ci godiamo il presente, non ci andiamo bene, siamo insofferenti … è necessario quindi abituare il cervello a vivere il presente, il qui ed ora, e il seguente esercizio è stato creato appositamente.

Ci sono due componenti  fondamentali dell’ansia:psicologo-verona-0198

  1. Aspetti psicofisiologici (attivazione del Sistema Nervoso Autonomo e attivazione di sintomi neurovegetativi, ad esempio: sudorazione, tachicardia, …)
  2.  Aspetti cognitivi (preoccupazione, anticipazione mentale degli eventi di cui abbiamo paura, preoccupazione)

Istruzioni per l’esercizio contro l’ansia

L’esercizio che vi propongo, ancora più efficace se nello stesso tempo si sta facendo una psicoterapia, mira ad alleviare l’ansia e i pensieri ossessivi lavorando sia sugli aspetti psicofisiologici che su quelli cognitivi.

  1. Mettiti comodo su una poltrona o un divano
  2. Imposta lo smartphone su Modalità Aereo 😉
  3. Durata esercizio: 15 minuti (punta la sveglia per essere sicuro di aver fatto davvero 15 minuti!). L’esercizio va fatto ogni giorno per almeno 1 settimana.
  4. Cerca una posizione comoda e inizia a chiudere gli occhi (se vuoi puoi mettere una musica rilassante di sottofondo)
  5. Concentrati sulle parti del tuo corpo che poggiano sulla poltrona
  6. Creazione di una voci interiori, ovvero inizia a dirti nella mente: “sento il mio corpo che poggia sulla poltrona, sento il mio piede nelle scarpe, sento le mie gambe dentro i pantloni, sento le mie gambe poggiare sulla potrona, sento le mie braccia poggiare comodamente, sento le mie mani che sono in questa posizione, … ecc …)
  7. Se si presentano pensieri di ansia o pensieri di tipo ossessivo li si accetta e poi si ritorna alle voci interiori

 

Dott. De Tomi


Autostima: come sta il tuo bambino interiore?

Cos’è l’autostima?
Autostima

Autostima

L’autostima è un processo soggettivo che ci porta a valutarci ed apprezzarci attraverso l’autoapprovazione di se stessi. Quando abbiamo una buona autostima riusciamo a farci rispettare, ad esporre tranquillamente la nostra idea, e riusciamo quindi a comunicare e a relazionarci in modo migliore.

Come si crea l’autostima?

Si tratta di un processo continuo che dura dalla nascita fino alla vecchiaia. Perché una persona impari ad apprezzarsi da sé, che si senta sicura di sé, è importante che fin da bambino ci siano state relazioni di “attaccamento sicuro” con i genitori (quindi che ci sia una continuità della presenza genitoriale) e una valorizzazione di quando il bambino inizia a sperimentare il mondo. Allo stesso tempo è importante che il bambino senta il sostegno dell’adulto nei momenti di difficoltà e che quest’ultimo valorizzi le capacità del bambino.

Con il tempo il bambino interiorizzerà il senso di autoefficacia, si sentirà sicuro e capace di agire nel mondo.

L’autostima dipende solo da noi stessi?

No. Una persona che ha una buona autostima non vuol dire che non ricerca negli altri una conferma. La differenza con chi ha una bassa autostima è che quest’ultimo ricerca continuamente rassicurazioni dagli altri, oppure gli basta che qualcuno lo giudichi negativamente per sentirsi molto abbattuto e possa quindi sperimentare sentimenti di depressione e di ansia.

L’autostima dura per sempre?

Si tratta di uno stato che costruiamo continuamente. Ci possono essere episodi di vita che possono danneggiarla: separazioni, momenti di stress, ansia . In queste situazioni il nostro volerci bene potrebbe subire delle ferite, un’accusa di qualcuno potrebbe ferirci, una separazione potrebbe farci sentire soli, indifesi e anche arrabbiati.

Cosa fare quando l’autostima cala in situazioni di stress, ansia, … ?

Nei casi in cui l’autostima cali in occasione di certe situazioni particolari, o che sia sempre bassa è utile andare a “trovare il nostro passato”, o meglio il nostro bambino interiore. Vari modelli psicoterapici utilizzano questa tecnica con successo (Young, Schema Therapy) per lavorare sui primi rapporti che possono aver contributi a rendere la persona insicura e fragile in certe situazioni (separazioni, giudizio, momenti di ansia, ansia da prestazione).

Come dico sempre in terapia e nelle conferenze: sono le esperienze che cambiano, più delle parole.
In trance ipnotica i cambiamenti sono vissuti in modo intenso e realistico. Si possono ritrovare episodi dell’infanzia, in cui il bambino/a si sente insicuro e la persona ora può dare una mano a se stesso da piccolo!
I cambiamenti fatti vivere al sé bambino, si connettono al presente: è il nostro corpo stesso che ne risente! Se la nostra parte istintiva – primitiva sta bene, stiamo bene anche noi ora nel presente!

 


Le varie categorie dell’ansia

Estratti dall’incontro sui disturbi d’ansia e la paura tenutosi il 10 giugno 2014 presso il circolo NOI di Carpi di Villa Bartolomea

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Cos’è la paura?

La paura è una delle emozioni fondamentali derivante dalla percezione di un pericolo, reale o supposto.
Quando ci troviamo di fronte a qualcosa che ci può far male o che crediamo possa danneggiarci, il nostro corpo e la nostra mente attivano tre modalità di difesa: possiamo immobilizzarci, scappare, oppure attaccare. Queste modalità sono solitamente accompagnate da modificazioni fisiche utili all’evitamento del pericolo e alla nostra salvaguardia: accelerazione del battito cardiaco, intensificazione delle funzioni fisiche e cognitive con aumento dell’attenzione, protezione di parti importanti del nostro corpo (come il viso, il petto).
La paura vive nel qui ed ora, è sempre paura di qualcosa di preciso. La paura dura poco, quel tanto per aiutarci a rispondere al pericolo.

Che differenza c’è tra paura e ansia?

Se la sensazione di paura persiste anche quando non c’è un pericolo immediato si parla di ansia.
L’ansia è uno stato utile e fisiologico di attivazione mentale e fisica che ci aiuta ad affrontare meglio situazioni future (ad esempio, vari studi dimostrano che presentarsi ad un esame con un po’ di ansia porta a risultati migliori rispetto a chi è completamente calmo). L’ansia, a differenza del paura, è rivolta al futuro.
È normale e fisiologico avere un po’ di ansia in vista di un esame, oppure in vista di un colloquiansia_psicolog_veronao di lavoro.

Si parla di ansia patologica, ad esempio di disturbo d’ansia generalizzata, quando vi è un’eccessiva ansia e preoccupazione relative ad una serie di eventi o attività (lavoro, scuola, … ). Questa eccessiva preoccupazione porta la persona a sentirsi invasa dal problema, potrà presenterare quindi disturbi del sonno, tensione muscolare, difficoltà di concentrazione, facile affaticabilità. Altri sintomi fisici possono essere gastrointestinali (nausea, gastrite, …) ,dermatologici (orticaria, rossore, eccessiva sudorazione), respiratori (sensazione di soffocamento, difficoltà di respirazione), cardiovascolari (tachicardia, ipertensione).
Quando sentiamo molta ansia temiamo per il futuro: già prevediamo e sperimentiamo nella nostra testa la situazione futura, avvertendo che tutto andrà male o almeno nel modo che non vorremmo

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Quali sono i principali tipi di disturbi d’ansia?

Il DSM V, ovvero il Manuale internazionale diagnostico dei disturbi mentali, classifica vari sottotipi di problemi legati all’ansia, tra cui:
– l’attacco di panico,
– il disturbo d’ansia generalizzato,
– l’ansia sociale,
– il disturbo post traumatico da stress.

L’attacco di panico è un improvviso aumento di paura, apparentemente senza motivo, associato a sensazione di mancanza d’aria, sensazione di morire o d’impazzire. Raggiunge il suo picco in pochi minuti e può durare circa 10 minuti nei casi più gravi. I sintomi più frequenti sono: tachicardia, sensazioni di soffocamento, dolore o fastidio al petto, paura di perdere il controllo o di impazzire. Si tratta di un momento di ansia acuta e incontrollata.

Disturbo d’ansia generalizzato: quando vi è un’eccessiva ansia e preoccupazione relative ad una serie di eventi o attività (lavoro, scuola, … ). Questa eccessiva preoccupazione porta la persona a presentare disturbi del sonno, tensione muscolare, difficoltà di concentrazione, facile affaticabilità. Altri sintomi fisici possono essere gastrointestinali (nausea, gastrite, …) ,dermatologici (orticaria, rossore, eccessiva sudorazione), respiratori (sensazione di soffocamento, difficoltà a respirare), cardiovascolari (tachicardia, ipertensione).
La persona continua a rimuginare sugli stessi pensieri per settimane e mesi non vedendo vie d’uscita.

Ansia sociale: si tratta di una marcata paura o ansia rispetto a situazioni in cui la persona è esposta al possibile giudizio degli altri, si può trattare di una festa come di una riunione, come a un normale ritrovo tra amici o conoscenti. In questo caso l’ansia si esprime tramite arrossamento, sensazione di disagio generale, timidezza eccessiva oppure tramite l’evitamento della situazione.

Disturbo post traumatico da stress: Si verifica dopo che la persona è stata coinvolta in un evento fortemente traumatico oggettivo (incidente, abuso, catastrofe ambientale, rapina, …). Si tratta di uno stato fortemente ansioso caratterizzato da:

• Vissuto intrusivo dell’evento che si propone alla coscienza
• Stato di coscienza simile allo stordimento
• Difficoltà del sonno
• Ansia generalizzata
• Sintomi depressivi

Particolarmente utile per questo disturbo è la tecnica ipnotica che porta la persona a fare un “restauro” della situazione precedentemente vissuta.

Come uscirne?

La paura, l’ansia le impariamo nel corso della vita. Abbiamo l’ansia quando non ci sentiamo sicuri, quando magari vorremmo cambiare qualcosa ma non ci sentiamo pronti … l’ansia è un’amica, ci dice che dobbiamo cambiare qualcosa.

Lo psicologo – psicoterapeuta in questo senso è un valido strumento, dotato di conoscenza, esperienza, neutralità, per aiutare la persona a individuare il problema, capire perché c’è l’ansia e “allenare” la persona a modificare gli schemi rendendoli più funzionali.
Utile a tal fine è la tecnica dell’ipnosi: durante la trance ipnotica la persona rivive la situazione di ansia e , proprio perché in un contesto diverso e non più nel momento passato dell’esperienza, con l’aiuto delle proprie risorse vivrà la situazione in modo differente, ed effettuerà un riapprendimento.
La terapia sistemico relazionale con la tecnica ipnotica ericksoniana permettono di aiutare la persona nel pieno rispetto dell’individualità, della sua storia personale, delle sue potenzialità.


Disturbi d’ansia: cosa sono? La terapia conversazionale per rinforzare la persona e la terapia ipnotica per creare nuove esperienze riparative

Disturbi d’ansia e… terapia

Come tratto il problema dell’ansia?

 Sappiamo tutti cos’è l’ ansia, perché l’abbiamo sperimentata. Tecnicamente viene definita come anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuro, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione.

Ansia

Ansia

Si sa anche che un po’ di ansia è normale, poi però ci sono persone che ne soffrono quotidianamente (disturbo d’ansia generalizzata), altre che hanno delle crisi acute chiamate attacchi di panico, altri ancora ne soffrono in alcuni ambienti (fobia sociale, ansia scolare), altri ancora devono tenere tutto controllo per evitare un eccesso di ansia (disturbo ossessivo compulsivo).

 In questo breve intervento intendo mostrare a livello clinico e pratico ciò che ho visto e che continuo a vedere con le persone che mi chiedono aiuto per problematiche di ansia, poi anticiperò brevemente come lavoro.

Nella pratica clinica ho scoperto quanto utile sia modificare l’idea dell’ansia che ogni paziente ha. Cosa vuol dire?

Le persone in terapia con me arrivano come primo passo alla consapevolezza che l’ansia ci avverte sempre che qualcosa non va, va intesa come un messaggio che noi stessi ci diamo. Oltretutto, fondamentale, con i pazienti cerco sempre di evitare che parlino di “ansia”o di altre terminologie tecniche, ma cerco che loro stessi già nelle prime sedute modifichino il termine con “paura”, perché?

Dire “ho ansia” fa pensare a qualcosa di pervasivo e di incontrollabile (ed è vero che a volte ci sentiamo così!), come se “cascasse dal cielo”, mentre dire “ho paura” fa già pensare a un oggetto di paura! “Ho paura di”. Quindi è possibile aiutare la persona a vedere che l’ansia deriva dalla paura di qualcosa che non si riesce ad affrontare ma che si vorrebbe affrontare! L’ansia è una grande amica che sa le nostre debolezze, quindi ci avvisa!

Cos’è la terapia allora?

 Il lavoro clinico sarà un lavoro di ritrovamento dell’autostima, della certezza di poter affrontare le situazioni nel “qui ed ora” di ogni istante della vita.

Come tutti sanno, quando c’è paura la sensazione è di attesa per il futuro: “Cosa succederà se faccio così? Cosa faccio? Andrà bene?”. Ma un’altra fondamentale domanda che ci facciamo senza saperlo quando siamo in ansia in realtà è “Vado bene? Sono in grado di affrontare la vita? Valgo?”. Questa è la domanda essenziale, esistenziale: “Valgo?”

Il lavoro che si farà con la persona sarà quindi quello di capire esattamente di cosa ha paura, dei motivi per cui non utilizza altre modalità per far fronte ai problemi, indagare dove ha imparato a svalutarsi e sostenere la persona nel momento difficile aiutandola a trovare nuove soluzioni tramite interventi conversazionali e tecniche attive come l’ipnosi.

Due tecniche

Tecnica della sedia vuota: tra le tecniche ho sempre trovato molto utile la cosiddetta tecnica esperienziale ipnotica cosiddetta della “sedia vuota”, attraverso cui la persona personifica il sintomo e potrà farà varie scoperte … tra cui il senso di potere e di controllo la persona può avere sul problema e come può ridurlo fino ad eliminarlo.

Tecnica ipnotica: noi siamo le esperienze che abbiamo vissuto. Questo concetto è fondamentale nel processo terapeutico che attuo con i colleghi di Modelli di Cambiamento. Cosa vuol dire? Significa che nel passato ci possono esser stati episodi che abbiamo affrontato male, che ci hanno fatto paura o ansia. Successivamente poi accade che ritrovandosi in una situazione simile a quella del passato la persona può iniziare a provare dei sintomi simili al passato. Volendo fare un esempio classico: la persona che va in ansia quando deve parlare in pubblico. Solitamente una persona così ha vissuto male nel passato un episodio simile, solitamente durante l’infanzia. La persona quindi poi quando si ritrova, anche dopo anni, a dover parlare in pubblico si attiva nel cervello la stessa modalità che si attivò nel passato! Il problema poi è che l’ansia si rinforza di giorno in giorno se non elaborata.

Attraverso l’ipnosi la persona potrà sperimentare il primo episodio di ansia ma in modo differente! Così facendo il suo cervello imparerà a non aver più ansia o paura in situazioni simili. Questo nuovo apprendimento è possibile proprio perché la persona si trova in uno Stato Modificato di Coscienza. Quando si parla di Stato Modificato di Coscienza (ovvero lo stato di trance ipnotica) s’intende semplicemente che la persona prova sensazioni differenti ricordando il passato. Esempio: quando si è al lavoro si è concentrati giusto? Quando invece si è in vacanza in spiaggia si è più rilassati, esatto? Ecco, in spiaggia e al lavoro siamo sempre noi stessi, ma in uno stato di coscienza diverso!

 Dott. De Tomi

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